COME TRATTARE LA PCOS

Questo è stato un argomento lungamente trattato dai medici di tutto il mondo. Finora però l’unica “soluzione” su cui si sono accordati è quella di lavorare su più fronti.

Solitamente dopo la diagnosi di ovaio policistico o di PCOS una donna si sente dire questo.

“Signora/ina se non sta cercando una gravidanza sarebbe opportuno mettere le ovaie a riposo grazie alla pillola. Magari questa potrebbe risolvere tutti i suoi sintomi e regolarizzarle addirittura il ciclo”.

Questo, a nostro avviso, è tutto da vedere. La pillola anticoncezionale regolarizza davvero le mestruazioni? La risposta è NO. La pillola anticoncezionale mette a riposo forzato le ovaie inducendo una sorta di “sonno” evitando così che le stesse possano ovulare. Come succede questo? Generalmente grazie alla combinazione di un estrogeno e di un progestinico. Queste capsule vengono assunte per 21 giorni, dopodiché si interrompe l’assunzione (in alcuni casi si continua l’assunzione con un placebo, ovvero una pillola “finta” per altri 7 giorni) e in quei 7 giorni di pausa compare un sanguinamento. Quelle sono mestruazioni? NO. Infatti quel sanguinamento ha un nome proprio specifico, ovvero “sanguinamento da sospensione”. L’effetto quindi di avere dei cicli regolari di 28 giorni è puramente illusorio. Una volta che la donna decide di sospendere l’uso della pillola contraccettiva quasi sempre il problema delle cisti ovariche o della PCOS si ripresenta. Non contando che spesso nonostante l’assunzione della pillola gli altri sintomi della sindrome dell’ovaio policistico non scompaiono, e anzi, possono peggiorare. Una volta smessa l’assunzione il corpo deve riuscire a ritrovare un suo equilibrio. Questo a volte succede e a volte deve essere aiutato da altri fattori. Quando succede può verificarsi in tempistiche piuttosto lunghe, fino ad un anno per vedere ricomparire le mestruazioni vere e proprie. Il modo migliore per affrontare la vita trattando i sintomi della sindrome dell’ovaio policistico è senza dubbio quello di avere un approccio a tutto tondo. Seguire un’alimentazione corretta (prediligendo alimenti con un basso indice glicemico o addirittura prediligendo un’alimentazione che si avvicina il più possibile ad una dieta “paleo”) fare un po’ di movimento e assumere degli integratori è un ottimo modo per affrontare la vita al meglio. A volte è dura, lo sappiamo. Tuttavia, pur di avere un corpo sano (ovvero in salute) è uno sforzo che quasi tutte siamo disposte ad affrontare. Ma questi saranno argomenti che tratteremo in separata sede.

Torniamo alla nostra ragazza/donna che va dal ginecologo. Affrontiamo il caso opposto al primo, e cioè quello di una donna che cerca una gravidanza. Il ginecologo in quel caso consiglierà alla signora l’assunzione di un integratore (solitamente a base di myo-inositolo o chiro-inositolo o ancora D-chiro-inositolo associato ad altre sostanze) che potrebbe alla lunga dare una certa regolarità ai suoi cicli.

Questi integratori nella maggior parte dei casi sono utilissimi, tuttavia va detto che i risultati sul corpo si cominciano a vedere dopo almeno 2 mesi di assunzione continua. Se integratori associati a rapporti mirati non dovessero funzionare, il medico consiglierà di certo un paio di cicli di climifene citrato (meglio noto come Clomid) abbinato a
rapporti mirati. In questo caso vi consigliamo di insistere nel farvi monitorare ecograficamente e di eseguire le analisi del sangue
del caso per avere un effettivo riscontro del fatto che il farmaco stia funzionando correttamente e non stia creando danni (come ad esempio fare ingrossare delle ovaie magari già ingrossate per via della PCOS).

Se anche questo non dovesse funzionare il medico si troverà davanti a 2 scelte. Consigliarvi un drilling ovarico oppure indirizzarvi verso un percorso di PMA (ovvero procreazione medicalmente assistita).

Il drilling ovarico è un intervento atto ad evaporare una porzione di ovaio (tramite un laser o un bisturi elettrico) per favorire il ritorno di un’ovulazione spontanea. È un intervento che può essere considerato di valido aiuto nel trattamento della PCOS e dell’ovaio policistico, tuttavia rimane un intervento chirurgico e come tale, non privo di rischi.

Se il vostro ginecologo lo riterrà opportuno, vi indirizzerà verso una fecondazione di primo (IUI ovvero inseminazione intrauterina) o di secondo (FIVET/ICSI) livello.

In questo secondo caso sappiate esistono due categorie di centri per la fertilità, ovvero centri pubblici e centri privati. Nei centri pubblici, in base alle loro caratteristiche di accettazione dei pazienti e alle loro code di attesa, avrete a vostra disposizione una serie di tentativi mirati alla ricerca di una gravidanza (solitamente un paio di primo livello e 3 di secondo livello). Il tutto sovvenzionato (o quasi) dal sistema sanitario nazionale. Nei centri privati invece il costo dei farmaci e dei vari interventi sarà sostenuto completamente (o quasi) dalla coppia interessata ai trattamenti di fertilità.

Ci teniamo a ricordarvi che ci sono tantissime donne affette da PCOS che sono riuscite a concepire naturalmente senza dover ricorrere alla procreazione medicalmente assistita o all’uso di farmaci. Per cui, ricordatevi sempre, è bene essere informate sulle proprie opzioni, ma non bisogna fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Magari rientrate in quella fetta di donne che ce la faranno senza bisogno dell’aiuto di nessuno!

16 Gennaio 2017
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