La diagnosi di PCOS può essere fatta quando almeno due dei seguenti criteri saltano all’occhio del medico:
- Le ovaie risultano policistiche in quanto sono presenti 12 o più “cisti” (follicoli ingrossati e pieni di liquido) oppure una o entrambe le ovaie risultano ingrossate rispetto alle normali dimensioni.
- Sono presenti alti livelli di ormoni maschili nella circolazione sanguigna (androgeni) oppure ci sono sintomi che suggeriscono la presenza di questi stessi ormoni, come ad esempio l’eccesso di peli soprattutto in zone in cui solitamente non sono presenti nella donna (mento, collo, petto) oppure ancora la presenza di acne persistente.
- Sono presenti delle disfunzioni mestruali come ad esempio irregolarità dei cicli mestruali, assenza di ovulazione.
Se viene confermata la presenza di almeno due di questi criteri allora alla donna potrà essere diagnosticata la PCOS anche se vi è regolarità nell’arrivo delle mestruazioni o i livelli di androgeni risultano nei range della normalità per una donna adulta. La rosa dei sintomi della PCOS sfortunatamente è molto ampia quindi ogni donna può sperimentare sintomi differenti rispetto ad un’altra donna con la stessa sindrome.
Se hai il sospetto di essere affetta dalla sindrome dell’ovaio policistico il primo consiglio sensato che ti si può dare è quello di prenotare una visita dal tuo medico di base. Dopo aver parlato con lui ti verrà consigliato di prenotare una visita dal ginecologo anche se sarebbe meglio trovare un ginecologo che collabori con un endocrinologo in quanto, anche se la PCOS viene spesso considerata una patologia che dovrebbe trattare un medico specializzato in ginecologia, in realtà è un disturbo endocrino che dà sintomi ginecologici quindi trovare due professionisti che collaborano tra loro sarebbe l’ideale.
Per ricevere la diagnosi di PCOS dovrebbero essere considerati alcuni aspetti importanti della tua persona. Innanzitutto va valutata la tua storia medica, vanno presi in considerazione i tuoi sintomi, la tua altezza, il tuo peso e il tuo BMI (indice di massa corporea). Successivamente (ma non necessariamente in quest’ordine) ci si può sottoporre ad un’ecografia per valutare utero ed ovaie. Se la donna che si sottoporrà al test è sessualmente attiva verrà sottoposta ad un’ecografia transvaginale, per la quale viene utilizzata una sonda che viene inserita in vagina. Diversamente se la paziente non ha mai avuto rapporti sessuali completi, verrà sottoposta ad un’ecografia pelvica transaddominale. Alla donna verranno poi proposti una serie di esami del sangue da eseguire tra cui:
- SHBG
- FAI (Free Androgen Index)
- DHEAS
- 17 -beta estradiolo
- FSH
- LH
- TSH
- Progesterone
Tutti questi esami vanno fatti in specifici momenti del ciclo mestruale (periodo che intercorre tra una mestruazione e l’altra) ed alcuni di essi vanno ripetuti sia in fase follicolare che in fase luteale. Potrebbe esservi consigliato anche di sottoporvi ad un esame che valuti la vostra resistenza all’insulina e la vostra glicemia. Con questo insieme di dati si potrà avere una fotografia sufficientemente ampia della vostra salute in relazione ad una possibile diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico.
Cosa succede però se la donna che si deve sottoporre a queste analisi è molto giovane? Ad esempio un’adolescente quindi in pieno sviluppo? In questo caso sarebbe meglio cercare di tardare la diagnosi quanto più possibile. Infatti durante l’adolescenza può essere normale avere cicli ballerini e sbalzi ormonali.
Una donna che assume la pillola anticoncezionale può essere sottoposta alle analisi ed ai test per valutare la presenza/assenza della sindrome dell’ovaio policistico? Dal nostro punto di vista no. In caso di assunzione di contraccettivi ormonali sarà il caso di interromperli prima di sottoporsi a qualunque tipo di test correlato alla PCOS.